domenica 16 gennaio 2011

Un po' di storia...

Il libro sui Cinque Tibetani venne scritto negli anni Trenta. La versione originale “Eye of revelation” fu pubblicata nel 1939. Forse Peter Kelder prese spunto da Shangri-La di James Hilton, che nel libro di maggior successo Lost Horizon, lascia intuire che il segreto della forza e vitalità dei Lama Tibetani consiste in alcuni esercizi rituali. L’autore Peter Kelder, ispirandosi a questo, descrive la ricerca di quei riti e di come siano arrivati in Occidente. Con i Cinque Tibetani impareremo a conoscere i misteri che per tanto tempo sono stati celati negli antichi monasteri.

La storia narrata nel libro ha inizio un pomeriggio in cui l’autore, Peter Kelder, si sta rilassando su una panchina del parco, leggendo il giornale della sera. Un vecchio gentiluomo gli si siede vicino e lo impegna in una conversazione. L’uomo si presenta come il colonnello Bradford, un ufficiale dell’esercito inglese in pensione che ha prestato servizio anche nei corpi diplomatici della Corona. La sua carriera lo ha condotto fin nei più remoti angoli del globo, e il colonnello Bradford avvince l’interesse di Kelder con i racconti delle sue avventure. I due si congedano con la promessa di rivedersi. In seguito si incontrano regolarmente, e alla fine stringono una solida amicizia. Una sera, mentre sono insieme, il colonnello gli annuncia una sorprendente decisione che ha preso. Quando egli era di stanza in India, alcuni anni prima, aveva udito una storia curiosa e indimenticabile che riguardava i lama di un monastero situato in qualche luogo remoto e selvaggio dell’Himalaya tibetano. In quel monastero, un’antica sapienza tramandata per migliaia di anni prometteva la soluzione di uno dei grandi misteri del mondo. Secondo la leggenda, i lama del monastero erano eredi del segreto della Fonte della Giovinezza.

Come tutti, il colonnello Bradford aveva cominciato ad invecchiare all’età di 40 anni, e da allora egli aveva perduto qualunque sembianza della gioventù. Più sentiva parlare di quella miracolosa Fonte della Giovinezza e più si convinceva che un tale luogo esistesse veramente. Egli cominciò a raccogliere informazioni sulle vie da seguire, sulle caratteristiche della zona, sul clima, e su qualunque altro dato che potesse aiutarlo ad individuare quella località. E, una volta iniziata la ricerca, il colonnello fu sempre più ossessionato dal suo desiderio di trovare questa Fonte della Giovinezza a tal punto che aveva deciso di ritornare in India e di cercare seriamente quel ritiro ed il suo segreto di duratura gioventù. Il colonnello Bradford mi chiese se volessi unirmi a lui in questo impegno. Kelder tentenna nell’indecisione, ma alla fine si arrende allo scetticismo, declinando con riluttanza l’invito.
Il colonnello Bradford si dispose a compiere la sua missione da solo. Poi, passarono molti anni senza dare più notizie di sé. Infatti Kelder aveva quasi dimenticato il suo amico di un tempo e le idee di una Shangri-La tibetana, quando un giorno una lettera annunciò che il colonnello aveva raggiunto il suo obiettivo e stava per tornare.
Poco tempo dopo, quando i due si ritrovarono, Kelder è testimone di una strabiliante trasformazione. Bradford, inaspettatamente, mostra le sembianze “che il colonnello deve aver avuto negli anni della sua giovinezza, molto tempo fa. Invece di un vecchio curvo e pallido con un bastone da passeggio, vide una figura alta, eretta. Aveva il volto florido e i capelli crescevano folti e neri con rare tracce di grigio”.
Il colonnello Bradford si apprestò a raccontare al suo emozionato amico tutto ciò che era accaduto durante la sua prolungata assenza. Parlò di anni di lotte e di sforzi ricompensati infine dal successo – la scoperta di un remoto monastero tibetano i cui occupanti non invecchiavano mai.
Nel monastero, non si vedeva da nessuna parte uomini o donne anziani. I lama, scherzando bonariamente, si riferivano al colonnello chiamandolo “l’Antico”, perché molto tempo era trascorso da quando avevano visto qualcuno che sembrasse vecchio come lui. Per loro, egli costituiva quasi una novità.
“Per le prime settimane dopo il mio arrivo”, disse il colonnello, “mi sentii come un pesce fuor d’acqua”. Ogni cosa che vedevo era per me fonte di meraviglia, a volte potevo a stento credere ai miei occhi. Presto, la mia salute cominciò a migliorare. Riuscivo a dormire profondamente di notte, ed ogni mattina mi svegliavo sentendomi sempre più fresco ed energico. Di lì a poco, mi resi conto che il mio bastone da passeggio mi era necessario solo durante le escursioni sui monti”.
Poi, una mattina il colonnello si imbatte in uno specchio, e per la prima volta in due anni vede la propria immagine riflessa. Con sua totale incredulità e sorpresa, l’immagine davanti ai suoi occhi è quella di un uomo molto più giovane. Il colonnello si rende conto di aver subito una trasformazione fisica : egli appare di ben quindici anni più giovane rispetto al giorno del suo arrivo.

“Le parole non possono descrivere la gioia e l’esaltazione che provavo. Nelle settimane e nei mesi seguenti, il mio aspetto continuò a migliorare, ed il cambiamento divenne sempre più evidente per tutti coloro che mi conoscevano. In breve tempo, il mio soprannome onorario, “l’Antico”, non si udì più”.

Quindi, il colonnello Bradford spiega esattamente in che modo ha ottenuto questo notevole ringiovanimento. “La prima cosa importante che mi venne insegnata al mio ingresso nel monastero”, disse il colonnello, “fu questa : il corpo ha sette centri di energia che potremmo chiamare vortici. Gli Indù li chiamano chakra. Essi sono dei potenti campi elettrici, invisibili ai nostri occhi, e tuttavia assolutamente reali. Questi sette vortici controllano le sette ghiandole a secrezione interna nel sistema endocrino, e le ghiandole endocrine, a loro volta, regolano tutte le funzioni del corpo, compreso il processo di invecchiamento…..”

In un corpo sano, ognuno di questi sette vortici ruota a grande velocità, consentendo all’energia vitale, chiamata anche prana ovvero energia eterica, di fluire verso l’alto attraverso il sistema endocrino. Ma se uno o più di questi vortici inizia a rallentare, il flusso di energia vitale risulta inibito o bloccato, e, ecco, questo potrebbe essere un altro modo per definire l’invecchiamento ed un precario stato di salute.

“Il modo più rapido per riacquistare la giovinezza, la salute e la vitalità consiste nel riavviare il normale movimento rotatorio di questi centri energetici. Ciò si può realizzare mediante cinque semplici esercizi. Ciascuno di essi è efficace di per sé, ma i migliori risultati si ottengono con la pratica di tutti e cinque. In realtà, non si tratta di esercizi veri e propri. I lama li chiamano Riti ed anch’io mi riferirò ad essi con lo stesso termine”.
Detto questo il colonnello descrive ed esegue davanti a Kelder cinque esercizi yoga che egli chiama “i Cinque Riti”. Egli raccomanda a Kelder di iniziare con l’esecuzione quotidiana di ogni Rito ripetuta per tre volte, e poi di aumentare gradualmente le ripetizioni fino ad arrivare a 21 al giorno.
In seguito, egli spiega che i benefici apportati dai Riti saranno più accentuati per coloro che praticano la castità. Mentre egli avverte che esso non rappresenta un obiettivo realistico per la maggior parte delle persone, egli rivela un sesto rito che risulterà efficace per coloro che accettano questa sfida.

Una volta avuta da Bradford la rivelazione dei Cinque Riti, Kelder iniziò a sperimentarli pieno di entusiasmo. Entro tre mesi registrò risultati davvero ragguardevoli. Ansioso di condividere con altri la notizia della scoperta di Bradford, chiese al colonnello di tenere un corso. Il colonnello si dichiarò d’accordo, e il piccolo gruppo di studio che ne risultò venne soprannominato “Himalaya Club”. Il gruppo si riuniva regolarmente per praticare i Cinque Riti e discutere di argomenti come dieta e nutrizione. Effettivamente, i membri del club – tutti al di sopra dei 50 anni – entro breve tempo trassero giovamento dai poteri di ringiovanimento dei Cinque Riti. Il tal modo un gran numero di persone in tutti i paesi del mondo è stato reso partecipe della scoperta della Fonte della Giovinezza fatta da Bradford.

(Cit. http://www.ilnuovomondo.it/art5tibetani.htm )

sabato 15 gennaio 2011

Piccola parentesi: Delicious

Prima di iniziare a scrivere la seconda parte dei Cinque Tibetani vorrei fare un appunto su un importante e altrettanto interessante servizio web che consente di salvare i propri bookmarks (siti preferiti).
Uno dei principali vantaggi nell'usare questo servizio è che i propri bookmarks potranno essere ritrovati su qualsiasi computer. Basta entrare sul sito http://www.delicious.com fare login e riprendere in mano la lista dei propri preferiti.

Quando si salva su delicious il bookmark possiamo etichettarlo, o per meglio dire "taggarlo", con delle parole chiave per poterlo ritrovare successivamente più facilmente.
Una volta salvato il bookmark, comparirà nella propria lista con a fianco impresso il numero di persone che hanno salvato lo stesso website. In questo modo cliccando sul numero visualizzeremo l'intera lista e potremo controllare i bookmarks dei singoli utenti che hanno interessi simili ai nostri, e magari trovare altri website interessanti che non avevamo ancora notato.
Un bel modo per tenere sempre aggiornata la propria agenda dei siti preferiti, e un interessantissimo strumento per ampliare le proprie conoscenze derivate dal mondo multimediale!

http://www.delicious.com/edoardonetto

venerdì 7 gennaio 2011

Che cosa sono i 5 tibetani?

Definiti come Elisir di Lunga Vita, i Cinque Tibetani sono una serie di esercizi, o per meglio dire "riti", che agiscono sui centri energetici del nostro organismo (Chakra) e fanno si che l'energia vitale (Prana) fluisca in maniera naturale e fisiologica.
Un corpo che ha i centri energetici in corretto equilibrio sarà un corpo giovane e vitale, e privo di patologie.

Mi sono avvicinato a questa differente cultura, per il modo in cui viene letto e interpretato il corpo umano.

[Il corpo umano ha sette centri energetici che potremmo chiamare vortici. Gli indù li chiamano Chakra. Sono campi elettrici potenti, invisibili a occhio nudo, tuttavia
assolutamente reali. Ciascuno dei sette vortici ha il proprio centro in una delle sette
ghiandole a secrezione interna del sistema endocrino corporeo e ogni ghiandola endocrina, a turno regola tutte le funzioni del corpo, incluso il processo di invecchiamento.
Il primo vortice (chakra della radice) è situato alla base della colonna vertebrale. Il secondo
(chakra sacrale) si trova nella bassa regione addominale, al di sotto dell'ombelico. Il terzo
(chakra del plesso solare) si trova al di sopra dell'ombelico, e al di sotto del torace. Il quarto
vortice (chakra del cuore) è proprio al centro del torace. Il quinto (chakra della gola) si trova a livello della gola. Il sesto (chakra della fronte)
ha sede al centro della fronte, tra le sopracciglia. E il settimo (chakra della corona), il vortice più alto, è situato sulla sommità del cranio.
In un corpo sano, ciascuno di questi vortici ruota a grande velocità, permettendo all'energia vitale detta anche "prana" di scorrere verso l'alto attraverso il sistema endocrino. Ma se uno di questi vortici rallenta, il flusso di energia vitale ne risulta inibito o bloccato, e... ecco, è così che potremmo definire l'invecchiamento e un cattivo stato di salute.
In un individuo sano i vortici rotanti si sviluppano ed estendono dall'interno del corpo verso l'esterno, ma nei vecchi, nei deboli e nei malati, raggiungono si e no la superficie. il modo più rapido per riacquistare giovinezza, salute e vitalità è quello di avviare il normale movimento rotatorio dei centri. Un risultato che si può ottenere con cinque semplici esercizi. Ciascuno di essi preso a sé, è efficace, ma sono necessari tutti e cinque per ottenere i migliori risultati. In realtà non sono esercizi veri e propri; i Lama li chiamano "riti" ed è con questo termine che mi riferirò ad essi d'ora in poi.]
(Cit. "I Cinque Tibetani" P. Kelder)